
Lo swing è un genere musicale nato negli anni venti ed evolutosi fino a divenire un genere definito nel 1935 negli Stati Uniti. Lo swing si distingue per un caratteristico tipo di esecuzione delle note con un ritmo “saltellante” (o “dondolante”, appunto swing in inglese).
I generi di ballo che accompagnano la musica Swing sono tanti: il Lindy Hop, il Balboa, lo Shag e l’Authentic Jazz.
LINDY HOP
Il Lindy Hop è un ballo swing afroamericano nato ad Harlem, New York, negli anni venti – trenta.
Secondo la leggenda il nome fu dato da Shorty George Snowden in occasione di una maratona di ballo. Durante le celebrazioni della trasvolata (“hop”; balzo, salto) sull’Atlantico di Charles Lindbergh (detto “Lindy”).
Dopo aver eseguito uno dei suoi passi secondo uno stile già in voga in alcune sale da ballo di Harlem, disse che stava facendo il Lindy Hop, I’m doin’ the Hop… the Lindy Hop. Pensava al celebre volo da New York a Parigi del pioniere dell’aviazione degli Stati Uniti.
Il successo del Lindy Hop fu trasversale e conquistò in breve tempo centinaia di ballerini che affollavano le ballrooms americane dove si esibivano le grandi orchestre swing.
AUTHENTIC JAZZ
La danza jazz nasce negli Usa nei primi anni del Novecento ed è caratterizzata da un insieme di stili diversi e tecniche di danza.
Anticamente questo termine indicava una tradizionale danza della comunità afro-americana arricchita dalle contaminazioni di più generi.
Del jazz delle origini si nota subito la grande energia e la chiave del divertimento è nell’improvvisazione.
“Centinaia di persone (forse in una sera molto buona arrivano a 1600) sono sulla pista o sedute ai tavoli, o dinanzi al bar; lontano in un angolo, c’è una fila di taxi girls, due monetine per tre balli; dal soffitto piovono delle luci rosate e dovunque succede qualcosa. Ma il centro vitale della sala è qui sopra, sul podio, dove stanno, allineati su due file, i ragazzi dell’orchestra, che battono i piedi ritmicamente e sudano sui loro strumenti, facendo sussultare il pavimento; qui, dove la campana del sousaphone sembra una luna piena che manda i suoi bagliori sui ballerini e dove la pulsante sezione ritmica – chitarra, piano, basso e batteria – imbriglia tutta questa straripante energia costringendola a seguire il tempo. E quando gli uomini di Teddy Hill cominciano a suonare l’ultimo ritornello di un loro cavallo di battaglia intitolato Christopher Columbus, con quelle trascinanti figure disegnate dagli ottoni e coi sassofoni a dargli corpo, i ballerini si scordano di ballare e si affollano attorno al podio, e lì registrano il ritmo soltanto nei muscoli e nelle ossa, restando fermi e lasciandoselo rovesciare sulle facce rivolte all’insù, come se fosse acqua (e che il valzer sia maledetto). Il pavimento sussulta, e il locale sembra una dinamo, e l’aria fumosa si innalza a onde….. È una musica che anche i sordi riuscirebbero a sentire.”